L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Il virus che per mesi ha leso le vite e minato gli equilibri del nostro Paese ha portato anche a uno stravolgimento delle consuete modalità di lavoro degli italiani. Francesco Seghezzi, presidente della Fondazione ADAPT, sottolinea che prima del lockdown meno di un milione di persone lavoravano da remoto, mentre dopo la quarantena si è arrivati a 7-10 milioni.
Cosa succederà nei prossimi mesi? Qualcuno probabilmente vorrà continuare ad adottare la modalità dello smart working, qualcun altro, invece, desidererà tornare in ufficio e scappare dagli scenari traumatici vissuti fra le mura domestiche. Una cosa è certa: il lavoro è centrale nella vita degli individui, anche se la fragilità di noi esseri umani rivelata dalla pandemia e la riscoperta degli affetti e della dimensione familiare potranno portare a una nuova concezione del lavoro. Infine, sottolinea Seghezzi, tanti mestieri che prima erano considerati “di serie b” hanno riscoperto e avranno sempre maggiore centralità.