Piero Carninci, genetista, vive in Giappone da 25 anni dove è team leader del Laboratory for Transcriptome Technology e vicedirettore del centro Riken per le scienze mediche integrative di Yokohama. Quando è scoppiata la pandemia, il prof. Carninci ha potuto constatare differenze e similitudini nella gestione dell’emergenza all’estero rispetto all’Italia, dove è advisor del Centre for Genomics dello Human Technopole di Milano: dal numero di tamponi effettuati, al rapporto fra scienziati e politica e fra pubblico e scienza. Interrogato sul futuro della sua professione e della ricerca in generale, il genetista si dice “positivo per quanto riguarda la scienza e il suo futuro post-Covid: continuerà ad essere globale. Non a caso, bisognerebbe parlare non solo di “rientro” dei cervelli ma anche e soprattutto di “importazione” di cervelli”. Così come la forza di un Paese sta nella compresenza di molte culture, lo stesso accade per la scienza, che deve avere un carattere globale.