25 Maggio 2020 - Fondazione Adele Bonolis – AS.FRA

Ripensarsi e adattarsi senza perdere di vista la propria finalità

Per continuare a sostenere i suoi pazienti durante l’emergenza, Fondazione Adele Bonolis – AS.FRA. riorganizza le sue attività. Tenendo sempre al centro la persona e i suoi bisogni.


Fondazione Adele Bonolis – AS.FRA. è un’opera non profit dedicata alla cura e accoglienza di persone con disagio psichiatrico grave. È composta da 4 comunità terapeutiche ad alta intensità che ospitano complessivamente 80 pazienti - dei quali circa il 30% in misura alternativa al carcere – e un centro diurno, che accoglie quotidianamente 30 persone.

L’emergenza sanitaria ha naturalmente stravolto anche questo luogo, che si è dovuto adattare e reinventarsi, sempre in funzione delle persone che ospita e dei loro bisogni.

In particolare, fin dai primi giorni dell’epidemia, è stata evidente la necessità di sospendere tutte le attività riabilitative di gruppo: la lettura del giornale, il gruppo coro, la ginnastica, le uscite nel territorio, la cura dell’orto, le visite settimanale alla Scala per assistere alle prove, il gruppo cucina, l’atelier d’arte ecc. Di conseguenza, i pazienti si sono trovati in una quasi totale inattività, impossibilitati, inoltre, ad avere contatti con l’esterno, in quanto anche le visite dei parenti erano state sospese.

All’interno della Fondazione si sono così trovati di fronte all’esigenza di dover riorganizzare, per quanto possibile, questi spazi di attività. Una necessità legata però a una condizione essenziale: che questo ‘tempo vuoto’ fosse ridefinito non da semplici ‘riempitivi’, bensì da una rielaborazione delle attività che mantenesse la sua principale finalità, quella riabilitativa ed educativa.

La soluzione, come spesso succede, l’ha suggerita la realtà stessa. I volontari della Protezione Civile di Monza e Monza Soccorso, avendo a disposizione tutto il materiale necessario, erano alla ricerca di un luogo attrezzato per dare inizio alla produzione di dispositivi di protezione individuale (“mascherine” non chirurgiche). Il laboratorio del Centro Diurno, dedicato solitamente all’assemblaggio di componentistica per aziende locali non era in funzione e poteva essere il posto giusto. Dopo una verifica degli spazi in relazione alle nuove norme di sicurezza vigenti, una squadra di volontari della Protezione Civile avvia la produzione. A loro si aggiungono i pazienti, con turni di lavoro adatti alla possibilità di ciascuno. L’attività prende subito ritmo: solo primo mese, dal 17 marzo al 21 aprile, sono state prodotte e consegnate 141.523 dispositivi di protezione per il volto. Tra i beneficiari ci sono i Comitati della CRI, le Associazioni e i Gruppi Comunali di Protezione Civile, il Battaglione Carabinieri di Milano, a cui vengono forniti 1500 pezzi al giorno, la Guardia di Finanza di Monza, a cui vengono forniti 1000 pezzi ogni due giorni; e ancora, la Questura di Monza, le farmacie del territorio, la Polizia scientifica di Milano e molti altri.

Con i volontari, circa 25 al giorno, si instaura subito un rapporto che va oltre il momento del laboratorio: ospiti di Fondazione Adele Bonolis – As.Fra. per il pranzo, per contraccambiare, destinano all’opera alcune delle donazioni alimentari che ricevono in Protezione Civile. Ciò che non serve per il consumo quotidiano in Fondazione, viene donato al Banco Alimentare.

Anche il Centro Diurno ha richiesto una pronta riorganizzazione. Per alcuni suoi pazienti, infatti,

la chiusura di questo spazio e l’isolamento che ne deriva poteva determinare condizioni di grave sofferenza. Vi era necessità che si mantenessero abitudini di vita sane, igiene personale, alimentazione adeguata, assunzione corretta della terapia farmacologica, ‘pensiero’ adeguato. Per garantire questa continuità estremamente importante, gli operatori, sostenuti dalla direzione clinica, hanno quindi organizzato un servizio di ‘Centro Diurno a domicilio’. Per dieci pazienti selezionati, i più ‘fragili’, l’accesso al domicilio è quotidiano: si comincia prendendo la temperatura e verificando la corretta assunzione delle terapie in atto, per poi svolgere incombenze rese difficili dalla situazione emergenziale, come spesa e pagamenti. Ai pazienti viene infine consegnato un pasto al giorno, quello che consumerebbero al Centro. 

Superato il primo momento di emergenza, è stato inoltre definito un nuovo piano di attività riabilitative compatibili con il rispetto stringente delle norme di sicurezza. Tra di esse, la redazione di un giornale on line con riunioni da remoto, tecniche di rilassamento mindfulness online, attività corporee da svolgersi nel grande parco a disposizione e quindi con le necessarie distanze, un momento di preghiera da remoto o nel parco.

Piccole e grandi attività che vanno, con attenzione e cura, a ricomporre il più possibile una quotidianità estremamente preziosa.

 

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