18 Maggio 2020 - Imperial Tobacco Italia

Imperial Tobacco Italia, dalla fase 1 alla fase 2 verso something better

La filiale italiana della multinazionale Imperial Brands ha reagito all’emergenza Covid-19 riorganizzando il lavoro secondo tre parole chiave: responsabilità, supporto e resilienza


Responsabilità, supporto e resilienza sono le parole chiave che hanno guidato la strategia di Imperial Tobacco Italia per fronteggiare l’emergenza causata dal Coronavirus, insieme con un forte senso di appartenenza. L’azienda con sede a Roma è la filiale italiana di Imperial Brands, azienda globale di beni di consumo che ha tra i suoi brand John Player Special, Davidoff, Golden Virginia, RIZLA+ e la sigaretta elettronica myblu.

Nel corso della fase uno Imperial Tobacco Italia ha fatto da apripista alle altre filiali, essendo stata la prima a dover far fronte alla pandemia in corso. L’organizzazione ha riguardato tutti, dai dipendenti d’ufficio a quelli dei call center e ai rappresentanti sul campo: per tutti è stato attivato lo smart working al 100% con l’obiettivo di proseguire il lavoro nella totale sicurezza dei dipendenti. Un approccio che rispecchia a pieno la filosofia di Imperial Tobacco che si rispecchia anche nei suoi prodotti di nuova generazione con la sigaretta elettronica myblu: “something better” rispetto al fumo tradizionale, grazie all’innovazione e alla tecnologia, in un’ottica di riduzione del danno.

Fondamentale per l’azienda è stata la sinergia tra tutti i gruppi di lavoro: gli impiegati dei call center, da sempre abituati a instaurare rapporti attraverso il telefono, hanno messo a disposizione dei colleghi venditori la propria formazione e i “trucchi” del mestiere. Accanto alla riorganizzazione del lavoro da remoto sono state messe in atto numerose iniziative per mantenere vivo l’affiatamento che da sempre caratterizza i lavoratori di Imperial Tobacco e permettere loro quest’esperienza il più serenamente possibile: dall’attivazione di una linea di supporto psicologico a consigli utili a organizzare il tempo libero in casa come link a visite guidate interattive organizzate dai musei o corsi di fitness prima su YouTube e poi con un personal trainer dedicato che ogni settimana realizza e propone una lezione diversa. Non è mancata la riorganizzazione anche all’interno delle fabbriche, non presenti in Italia ma dislocate in altri paesi europei, che hanno convertito parte della produzione alla fabbricazione di mascherine, liquido igienizzante e visiere, mentre Nerudia, il laboratorio dedicato alla ricerca sulle formulazioni dei prodotti con sede a Liverpool, ha messo a disposizione della ricerca sul covid-19 i propri scienziati.

Già da metà aprile, poi, Imperial Tobacco Italia ha iniziato a ragionare sulla seconda fase, dando enfasi a un messaggio positivo di riappropriazione del tempo e dello spazio e allo stesso tempo a buttare le basi per un ritorno in sicurezza dei dipendenti negli uffici e della forza vendita sul campo. Fondamentale per intraprendere la via verso una nuova normalità è stata, e continua a essere, la collaborazione a tutti i livelli, sia tra dipendenti sia con gli stakeholder, che in questi mesi di lockdown si è ulteriormente rafforzata. A tal proposito è stata realizzata una specifica survey interna sullo smart working che ha restituito un quadro di un’organizzazione matura e funzionante, dove quasi in automatico le persone hanno modificato il proprio modo di lavorare con il risultato di uno snellimento delle procedure, una semplificazione dei processi e una complessiva assunzione di responsabilità dovuta a deleghe maggiori vista la distanza fisica tra colleghi. Una distanza che non ha però arrestato l’ingresso in azienda di nuovo personale: da metà marzo ad oggi, infatti, Imperial Tobacco ha assunto tre nuove risorse, entrate direttamente in smart working. Un'esperienza nuova e ulteriore motivo per essere ottimisti e fiduciosi verso questo “nuovo futuro”.

 

 

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