8 Aprile 2020 - MainStreaming

Scoprirsi abilitatori di un cambiamento possibile

MainStreaming permette a broadcaster e media di fornire video in streaming alla loro audience. Ma in occasione dell’emergenza i suoi servizi diventano essenziali per un altro tipo di comunicazione. Quella quotidiana.


“Nel 2009 mi recai a New York durante il periodo natalizio”. Potrebbe sembrare l’incipit di un bel romanzo, invece è l’inizio della storia di MainStreaming, realtà che oggi conta 40 persone nella sua sede a Milano. Il suo protagonista è Antonio Corrado, CEO e founder della società. “Durante il concerto di fine anno, trasmesso in diretta, ci fu un down dello streaming di oltre 30 minuti. Questo fatto attirò la mia attenzione. Tanto che rientrato in Italia iniziai ad analizzare come funzionavano le tecnologie per la distribuzione del video online, insieme al CTO della mia precedente azienda.”. Passarono alcuni anni, e Antonio, seppur impegnato su altri fronti, continuava ad osservare gravi disservizi nella distribuzione di contenuti video online, come buffering e bassa qualità. “Decisi allora di investire tempo e soldi per provare a risolvere questo problema ed insieme ai miei founder costituimmo MainStreaming. Dedicammo molto tempo a mettere a punto una tecnologia prototipo per la distribuzione del live streaming e presto riuscimmo a chiudere i primi contratti per la fornitura di questo servizio con clienti in ambito sportivo e piccoli broadcaster.”

La tecnologia è stata proprio il fattore chiave del successo della nuova società: “Siamo partiti da zero, senza compromessi, lavorando principalmente con poche risorse e molta passione, con l’obiettivo di offrire un servizio di streaming in grado di garantire la massima quality of experience, riducendo al minimo il buffering ed evitare disservizi”. Un impegno totalizzante ma vincente: “Oggi c’è bisogno di alta specializzazione. I nostri competitor sono generalisti, cioè distribuiscono online anche contenuti statici e servizi correlati, quindi devono necessariamente scendere a compromessi con la loro tecnologia di distribuzione”.

L’attenzione si sposta poi sull’attualità. “L’emergenza Coronavirus ci ha chiamati ad essere protagonisti in modo nuovo. Oggi la nostra tecnologia serve - inteso nel senso duplice del temine: di essere utile, ma anche di essere al servizio di - un altro tipo di comunicazione, quella quotidiana. Che è cambiata radicalmente. L’impossibilità di incontrarci fisicamente ci ha portato online, come mai prima”. Per lavoro, in primis, con lo smartworking e i meeting digitali; ma anche per la didattica, per lo svago, per le comunicazioni ufficiali e tanto altro.

All’interno di questo nuovo scenario di comunicazione MainStreaming è un abilitatore: “Sì, di esperienze digitali possibili e di qualità. Il nostro servizio è nato per supportare le aziende che devono distribuire video online in streaming, quindi i nostri clienti sono tradizionalmente le piattaforme di intrattenimento, come le OTT TV/broadcaster, Gaming, Media Company; ma adesso anche le piattaforme di collaboration, conferencing, VR ed eLearning”.

MainStreaming è però anche abilitatore di un cambiamento che, pur essendo già in atto, questa emergenza ha accelerato: quello della trasformazione digitale. “Il dramma del Coronavirus ha costretto l’Italia ha lasciare la propria comfort zone e a esplorare territori guardati, fino ad oggi, con un certo sospetto. In poche settimane alcune delle professioni che si possono svolgere in smartworking stanno scoprendo quanto sia produttivo lavorare con strumenti di collaborazione online. Il mondo dei media così come, seppur in maniera minore, quello del lavoro ed altri, si stavano già muovendo velocemente verso una nuova dimensione “a distanza e on demand”. Questa emergenza ha accelerato il trend ed anche quando ne saremo fuori, credo che lascerà un’impronta rilevante nei comportamenti sia individuali che di gruppo, massimizzandoli.”

La riflessione si muove naturalmente verso il futuro: “Le tecnologie che abilitano la trasmissione di video e la connessione a distanza resteranno al centro dell’evoluzione culturale e sociale, anche quando la situazione di emergenza sarà passata; anzi, la loro mancanza rappresenterà un handicap. Sarà proprio la tecnologia ad essere l’elemento facilitatore della collaborazione real time online con video (e senza) e della visione di video online per tantissimi scopi: dalle forme di smart working all’intrattenimento, passando per l’e-learning e il supporto a distanza… Inizieremo a rivalutare ogni spostamento fisico e lavorare più strutturati e con processo migliorati. Sono molto fiducioso che da una crisi così devastante gli italiani ne usciranno più forti e più organizzati per poter competere a livello globale”

 

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