20 Aprile 2020 - Trenord

“Il Bello di Trenord”, resistere al Coronavirus costruendo nuove relazioni nella distanza

I dipendenti si incontrano nell’intranet aziendale che è diventato uno spazio in cui scambiarsi opinioni, costruire fiducia e pensare alla ripartenza.


Trenord trasporta ogni giorno 850mila persone e utilizza circa 400 convogli per oltre 2.500 corse, al giorno. Questo fino a marzo 2020: oggi quelle corse sono quasi mille e 150 di quei treni sono fermi nei depositi mentre più di 500 dipendenti sono in ferie forzate. Per un’azienda che si occupa di trasporto, che trova nel moto perpetuo la sua ragion d’essere, le conseguenze del lockdown causato dal Coronavirus si rispecchiano nei convogli vuoti e silenziosi, nelle biglietterie senza fila.

Nonostante la rimodulazione del servizio, il lavoro di Trenord prosegue: capitreno, macchinisti e personale di biglietteria continuano ad assicurare, con orgoglio, un servizio essenziale e capillare per chi, come loro, è chiamato a non fermarsi. C’è, però, anche un altro lato dell’azienda che ha deciso di non fermarsi: è il lato umano, quello fatto di relazioni tra colleghi. Perché quello su cui ha scelto di puntare Trenord, in questo particolare momento, va oltre l’emergenza e punta a creare qualcosa di “Bello” oltre il Covid19, un luogo in cui costruire una resistenza al virtuale e alla distanza attraverso le persone: così i dipendenti si incontrano nell’Intranet aziendale che è diventato uno spazio dove scambiarsi opinioni, esperienze, costruire fiducia e pensare alla ripartenza, in cui la lontananza non è più un problema ma, al contrario, diventa essa stessa luogo in cui creare relazioni profonde.

“Il Bello di Trenord”, questo il titolo che si è scelto di dare alla nuova area del portale, raccoglie tutte le iniziative messe in campo dall’azienda: da “Creativi si diventa”, un concorso di disegno creato per i figli dei dipendenti per mantenere viva la voglia di giocare non solo nei bambini ma anche nei genitori, alla sezione in cui sono raccolte le foto che documentano questo periodo. C’è poi una newsletter attraverso la quale raccontare la vita dell’azienda e dei dipendenti; e ancora ogni giorno vengono scelti dalla rete contenuti di intrattenimento, spettacoli teatrali, visite online ai musei, webinar di formazione e supporto psicologico. Una multicanalità a cui si aggiungono i video con le testimonianze dei dipendenti.

“È un piccolo esercizio che fa bene all’anima per quei colleghi che ogni giorno lavorano su treni deserti e per chi invece è costretto a casa – racconta Paolo Garavaglia, direttore Comunicazione di Trenord – un modo per dire e dirsi tutti insieme e ad alta voce che andrà tutto bene”. Un modo di resistere puntando al bello, in attesa di ripartire: perché il mondo delle ferrovie è fatto di viaggiatori che, finita la pandemia, ritorneranno, ma le modalità con cui lo faranno non potranno necessariamente essere quelle di prima.

“Abbiamo la possibilità di usare un nuovo modo di pensare, e disegnare le cose e il nostro lavoro in un modo diverso – spiega Marco Piuri, Ad di Trenord - oggi il nostro servizio può essere rimesso in fila con regole e modalità completamente nuove”. Perché se è vero che il concetto di ripartenza non può ridursi al “niente sarà più come prima”, bisogna anche pensare a “cosa non sarà più come prima” e iniziare a lavorare in quella direzione che, nel contesto ferroviario, si tradurrà in un nuovo modo sia di lavorare che di viaggiare. Costruire il futuro è possibile se si sceglie di farlo e il cuore di questa nuova fase di ri-generazione del sistema sarà proprio determinare questo cambiamento, “avere le leve per agire e poter cambiare le cose in meglio”.

 

 

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