22 Marzo 2020 - SEC Newgate

Primum Vivere: un progetto che nasce da un’esigenza

Intercettare e raccontare le storie dell’Italia che non si ferma per poter ripartire insieme.


Nei primi giorni di emergenza, quando ancora ci si poteva muovere liberamente in città ma già si intuiva che qualcosa di terribilmente "grande" stava per accadere, il nostro lavoro è diventato più concitato. Mail, telefonate, riunioni. Con i clienti, ma anche fra di noi, perché quasi la metà era già in smartworking, per gestire i bambini a casa da scuola o proteggere situazioni di fragilità.

Poi l’emergenza è entrata nel vivo, rivelando appieno la sua portata, dolorosa e incredibile. E tutto si è moltiplicato, nel tentativo di capire, agire, re-agire. Lo smartworking totale, deciso prima ancora dell'ordinanza del 7 marzo, ci trova subito coinvolti in una nuova prossimità. Non fosse per le postazioni lavorative home made, quasi una quotidianità ritrovata.

Ma proprio in questa nuova quotidianità che dietro le nostre facce collegate per progress quotidiani e brainstorming, fa irrompere quadri, librerie, pensili di cucina, voci di bimbi, gatti vanitosi e brontolii canini, l'evidenza che la vita viene prima (dei discorsi, dei commenti, delle strategie) e che la comunicazione deve saperla accogliere, assecondare, promuovere, ha cominciato a dilagare discreta ma inesorabile nelle pieghe di ogni call, di ogni e-mail, di ogni piano.

E mentre l'Italia mostrava il suo volto migliore nel sacrificio e nella solidarietà di singoli e gruppi, si è fatto strada in noi il desiderio di intercettare, guardare e valorizzare le storie di aziende, enti e istituzioni che di fronte a una tale emergenza si preoccupavano di «esserci», di continuare a vivere.

Nasce così il progetto Primum Vivere. Una piattaforma online pensata per dare voce a queste storie positive e sostenere l’impegno creativo di tante e diverse realtà italiane.  

Eccoci quindi pronti a realizzare il progetto in tempi rapidissimi, a ritagliarci del tempo fra una riunione e un’altra per finalizzare l’idea, disegnare il logo, identificare un partner in grado di supportarci nella realizzazione di una piattaforma semplice ma accogliente e funzionale.

E, soprattutto, impegnati a intercettare le "buone storie", sfidando la negatività che la situazione sembrerebbe imporre, e a trovare le modalità migliori - con i pochi mezzi utilizzabili nello stato di lockdown - per raccontarle, per dar loro voce. Interviste telefoniche, video e immagini, libere conversazioni, riflessioni condivise: modi diversi per unirsi a questo racconto corale, discreto e vitale.

Per contribuire a ispirare e seminare nuova speranza per il Paese, il mondo e, in primis, per noi. 

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